08 Oct 2020  di Jacopo Pasetti

Lavoro, le persone con disabilità emergono quando il viaggio è “alla pari”

quello che conta in realtà è sentirsi alla pari con chi, quel viaggio, lo affronta insieme a te.

In un’accezione più estesa di quella che comunemente caratterizza il collocamento obbligatorio da parte delle aziende, è importante infatti che il ruolo non solo sia compatibile con la disabilità, ma sappia anche mettere in luce i punti di forza della persona. Solo valorizzando i talenti che le persone con disabilità hanno sviluppato, anche attraverso la consapevolezza della propria diversità, si può intravedere il primo passo verso percorsi di carriera che siano davvero “alla pari” tra tutti i lavoratori.

Un elemento spesso sottovalutato è anche quello del linguaggio, perché la consapevolezza e il cambio di mentalità passano anche e soprattutto dal linguaggio. “In passato – spiega Regolo – si utilizzavano termini via via andati in disuso poiché rendevano più evidente la discriminazione. Anche il termine diversamente abili, ad esempio, non è più così attuale”. Le ultime indicazioni della Convenzione delle nazioni Unite sui diritti dei disabili suggeriscono di utilizzare il termine “persone disabili”, anteponendo quindi l’essere persone alla caratterizzazione di disabilità.

Nella sua semplicità d immediatezza questo approccio può essere la chiave che ci muove al cambiamento: è la persona che cerca la sua dimensione nel mondo del lavoro. Le sue unicità e le sue caratteristiche debbono portarla all’interno di un viaggio professionale che non preveda vantaggi o svantaggi, bensì la reale possibilità di un confronto alla pari con gli altri viaggiatori.