
FamilyWorking: ecco come conciliare famiglia e lavoro nella Fase 2
Cosa spinge un manager a dedicarsi non solo a strategie industriali e conto economico, ma anche alla cura delle “sue” persone?
Si torna al lavoro, ma le scuole restano chiuse. Un rebus degno del grande enigmista italiano Orofilo. E’ quello che ogni famiglia con figli sotto i 14 anni sta cercando di risolvere con rocambolesce soluzioni, spesso rabberciate, fra babysitter da reintegrare-trovare-pagare, nonni da proteggere e capi che “va bene lo smart working ma ora riprendiamo le attività a pieno regime”.
Poi ci sono aziende che cercano di trovare la quadra. Se è vero che il vero capitale per il futuro delle imrpese è quello umano, in quella direzione bisogna investire per non rischiare di perdere talenti (anche perché il 15% delle donne sta meditando di lasciare il lavoro per dedicarsi a figli e genitori anziani). Rientra in questo novero l’esempio di Engie Eps, guidata dal ceo Carlo Guglielminotti, che a fine aprile ha annunciato di aver lanciato il manifesto del FamilyWorking: un nuovo approccio al lavoro che mette al centro la famiglia coniugando l’esercizio della propria professione con l’equilibrio personale e familiare.
La correlazione tra benessere delle persone, serenità lavorativa e incremento della produttività è nota da ormai molti anni; questo aspetto unito al beneficio sociale, non sono l’unico vantaggio che una iniziativa di questo tipo può produrre per le imprese.