6 spunti per ripartire evitando l’oppressione della fretta di “fare”
Bertrand Russell nei primi decenni del secolo scorso intuì, nel suo “Elogio dell’Ozio”, molti aspetti legati al saper rallentare in modo intelligente, che sono stati ripresi in molte delle attuali teorie contro la frenesia organizzativa degli ultimi anni. E proprio da qui possono arrivare alcuni spunti interessanti.
In un’estate segnata da carenza di certezze scientifiche e, a livello mondiale, di figure istituzionali che sappiano infondere fiducia verso il futuro, la sensazione più diffusa per tenere a bada incertezza e preoccupazione è quella di dover far qualcosa. Non si sa bene cosa, ma la sensazione è di doverlo fare, e in fretta.
“Ho sbagliato più di 9mila tiri nella mia carriera. Ho perso quasi 300 partite. 26 volte, mi hanno dato la fiducia per fare il tiro vincente dell’ultimo secondo e ho sbagliato. Ho fallito più e più e più volte nella mia vita. È per questo che ho avuto successo”.
Michael Jordan
La serenità e la consapevolezza di chi può permettersi di sbagliare 26 tiri fondamentali, continuando a sentire la fiducia della squadra, sono lontani anni luce dalla frenesia di chi l’ultimo tiro se lo è preso per l’urgenza di dover assolutamente recuperare…e, forse anche per questo, lo ha sbagliato.